Profilo: Sir Alex Ferguson
Sunday, September 18, 2016
Article summary
Dotato di una determinazione e di una voglia di vincere senza eguali, Sir Alex Ferguson prima sovverte l’ordine precostituito in Scozia e successivamente porta in alto il Manchester United.
Article top media content
Article body
Le prove
• Conquista la Coppa delle Coppe nel 1982/83 nonché tre campionati e quattro Coppe di Scozia con l’Aberdeen.
• Guida il Manchester United alla conquista della UEFA Champions League nel 1999 e 2008, nonché di 13 campionati inglesi, cinque Coppe d’Inghilterra e una Coppa delle Coppe nel 1990/91.
• È al timone dello United dal 1986 al 2013, con cui vanta il record di 114 gare vinte tra Coppa dei Campioni e UEFA Champions League.
- Brian Clough: l'ultimo iconoclasta del calcio
- Johann Cruyff: l'uomo che reinventò il Barcellona
- Vicente del Bosque: la "mano morbida" del Real Madrid e della Spagna
- Helenio Herrera: il mago
- Udo Lattek: il pioniere del Bayern degli anni '70
- Valeri Lobanovskiy: lo scienziato del calcio
- Rinus Michels: l'architetto del "calcio totale"
- José Mourinho: lo "Special One"
- Arrigo Sacchi: il maestro del Rinascimento italiano
La testimonianza dell’esperto
"Basti pensare che ha ricostruito la squadra quattro o cinque volte continuando a vincere, per non parlare di quello che aveva fatto all’Aberdeen. In Scozia aveva fatto cose straordinarie prima ancora di arrivare al Manchester United. Alla luce di questo deve necessariamente essere considerato il migliore di tutti”.
Bryan Robson, ex centrocampista dello United
"Ricordo che una volta se la prese con me all’intervallo e la mia reazione fu 'bene, adesso gli faccio vedere io’. E giocai bene il secondo tempo. Da quel momento seppe quale sarebbe stata la mia risposta a una sua sfuriata. Quel grosso errore iniziale mi perseguì per i successivi 20 anni”.
Ryan Giggs, ex ala dello United
"Chiunque sia stato in sua compagnia e abbia avuto il piacere di lavorare con lui non può che essere colpito dalla sua passione, determinazione e voglia di vincere le partite e di conquistare trofei. È nel suo DNA”.
Mark Hughes, ex attaccante dello United
"È un allenatore atipico. Non conduce le sedute di allenamento perché delega molto e può contare su un ottimo staff. Ma capisce il calcio come pochi”.
Carlo Ancelotti, ex allenatore di Juventus, AC Milan, Chelsea, PSG e Real Madrid
"Alex diceva di prendere la mia Juve a modello per qualità tecnica, tattica e soprattutto voglia di vincere. Ama il vino rosso della Toscana e a Natale gli mando sempre qualche bottiglia di Masseto, Sassicaia e Chianti. Ricambia sempre con whisky McClelland".
Marcello Lippi, ex allenatore della Juventus e Ct dell’Italia
La retrostoria
Apprendista operaio, il ragazzo di Glasgow muove i primi passi come calciatore dilettante prima di irrobustirsi come attaccante. Passa dal Queen's Park al St Johnstone e poi al Dunfermline, dove realizza 66 gol in 89 gare dal 1964 al 1967. Segue il trasferimento ai Rangers, dove trascorre due anni. Ritiratosi dopo le parentesi con Falkirk e Ayr, allena East Stirling e Saint Mirren. Per un breve periodo di tempo gestisce anche un pub, prima di assumere la guida dell’Aberdeen nel 1978 e di sovvertire il dominio dei club di Glasgow in Scozia.
Il metodo
Sebbene radicato al classico 4-4-1-1 di scuola britannica, Sir Alex deve molto del suo successo e longevità alla capacità di adattarsi ai tempi. Abbattuto il Liverpool dal proprio trespolo domestico, è il calcio europeo a stimolare la fantasia di Sir Alex. Le sue squadre si caratterizzano per non concedere nulla agli avversari e per la concretezza nell’area avversaria. La sua maestria consisteva anche nel capire quando era il momento giusto di rinnovare la rosa. Ryan Giggs e Gary Neville sono stati tra i pochi a non avere mai cambiato aria.
Le citazioni d’autore
"Non puoi pensare di fare calcio senza accettarne i sacrifici. Chiedete alla moglie di un qualsiasi allenatore cosa intendo. Gli allenatori lavorano sempre. Guardano le partite, allenano, insegnano calcio”.
"Non ho mai giocato per un pareggio in vita mia”.
"A dare retta al numero di tazze che avrei scagliato chissà quanti servizi di tè sarebbero passati da queste parti. È assolutamente esagerato, ma non mi piace chi mi si ribatta durante una discussione”.
"Per un calciatore, come per qualsiasi essere umano, non c’è niente di meglio che sentirsi dire ‘ben fatto’. Sono le migliori due parole inventante nello sport. I superlativi non servono”.